Nel 2025 è cambiata la pensione degli avvocati: cosa sapere subito

Scopri come è cambiato il sistema pensionistico degli avvocati nel 2025 e quali scelte fare subito per pianificare in modo consapevole.

Dal 2025, con l’entrata in vigore della riforma del sistema previdenziale forense, l’impianto pensionistico degli avvocati è stato completamente riformulato. Non si tratta di un piccolo aggiustamento, ma di un cambio strutturale che ha modificato i criteri con i quali finora era sempre stata calcolata la pensione.

Eppure, molti avvocati non ne sono ancora consapevoli. In tanti continuano a pianificare — o a non pianificare affatto — come se nulla fosse cambiato. Il rischio è quello di fare scelte importanti con parametri superati e di trovarsi, a fine carriera, con una pensione molto diversa da quella attesa.

Fino al 2024: il sistema retributivo 

Fino al 2024, la pensione forense era calcolata con il metodo retributivo. In questo sistema:

  • si consideravano i redditi dichiarati nel corso di tutta la carriera;

  • si teneva conto degli anni di contribuzione maturati.

Il calcolo della pensione era basato su parametri pensati per rappresentare il valore della carriera nel suo complesso, senza una corrispondenza diretta tra contributi versati e prestazioni ricevute. Il sistema non era redistributivo in senso stretto, ma tutelava maggiormente le carriere irregolari o discontinue grazie a una formula che mediava tra reddito e anzianità. Era un sistema più protettivo, ma anche meno trasparente e, in molti casi, più generoso rispetto a quanto effettivamente versato.


Dal 2025: cambia il metodo di calcolo della pensione 

Con la riforma del 2025, il sistema previdenziale forense ha introdotto un nuovo metodo di calcolo basato sul principio contributivo. L’applicazione di tale metodo non è uguale per tutti gli iscritti ma varia a seconda dell’anzianità di iscrizione.

Per i nuovi iscritti alla Cassa Forense dal 1° gennaio 2025, la pensione è calcolata interamente con il metodo contributivo. Per chi ha già versato contributi prima del 2025, si applica il principio del pro rata:

  • i periodi fino al 31 dicembre 2024 restano regolati dal metodo retributivo;

  • i contributi versati dal 2025 in poi seguono le nuove regole contributive.

Capire questa distinzione è fondamentale per pianificare in modo consapevole, evitare sorprese e impostare scelte previdenziali efficaci.


Come cambia la pensione con la riforma del 2025

Con l’adozione del calcolo contributivo, le cose cambiano in modo profondo. La pensione, infatti, non dipende più dal reddito e dalla carriera ma è il risultato diretto dei contributi versati nel tempo, trasformati in una rendita futura.

Il nuovo sistema stabilisce un legame diretto tra l’importo della pensione e la storia contributiva individuale. Conta quanto versi e quando lo fai, non quanto guadagni.

  • Ogni versamento va a formare un montante contributivo individuale, che viene rivalutato anno dopo anno;

  • Al momento del pensionamento, il montante viene convertito in rendita attraverso l’applicazione del coefficiente di trasformazione, un parametro fissato a livello nazionale (coefficiente INPS) che dipende dall’età alla data di pensionamento.

Il principio è semplice: più versi, più ottieni. Ma anche: più tardi inizi, minore sarà la rendita finale. Questo rende fondamentale l’inizio tempestivo della pianificazione previdenziale.


Cosa cambia davvero nel nuovo sistema contributivo

  1. Più versi, più ottieni Non esiste più una tutela implicita. Non conta più da quanti anni versi, ma quanto versi. Ogni euro che versi oggi è un euro in più nel tuo montante, rivalutabile anno dopo anno. Se versi poco — o tardi — il montante sarà esiguo. Se versi in modo costante e tempestivo, costruisci un risultato migliore. Il sistema non compensa: misura.

  2. Il sistema è meno protettivo Le carriere interrotte, i periodi di inattività, le riduzioni contributive, nel retributivo, venivano in parte ammortizzati. Oggi non più. Ogni pausa, ogni calo, ogni anno di versamenti minimi ha un impatto diretto. E se non c'è un piano per recuperare o integrare, il risultato sarà inevitabilmente inferiore.

  3. Il risultato è più incerto Nel sistema retributivo, era possibile stimare l’importo della pensione futura con una certa prevedibilità. Il sistema contributivo, invece, dipende da molteplici fattori che non puoi controllare direttamente:

  • i tassi di rivalutazione del montante (dipendenti dal PIL);

  • i coefficienti di trasformazione (aggiornati ogni due anni);

  • l’età al pensionamento;

  • la costanza nei versamenti.

Per questo oggi non si può più improvvisare: servono strumenti previsionali e strategie personalizzate.


Perché tutto questo è importante

Nel sistema contributivo, il tempo è la variabile chiave. Chi inizia presto, ha margini di manovra. Chi si muove tardi, rischia una rendita troppo bassa.

Un piano previdenziale costruito su misura, con scelte consapevoli e coerenti, può fare la differenza tra una pensione insufficiente e una rendita dignitosa.

Essere informati è il primo passo. Agire è il secondo. Pianificare è l’unico modo per non subire le conseguenze del cambiamento.


Età e pensione: quanto incide davvero l’uscita anticipata

Molti avvocati si chiedono: “Posso smettere a 65 anni?”

Spesso sì. Ma a quale costo?

Anticipare l’età di pensionamento nel sistema contributivo comporta una riduzione dell’assegno mensile:

  • Andare in pensione un anno prima significa una rendita inferiore di circa 3,3%;

  • Anticipare di cinque anni può significare oltre il 16% in meno.

Non è una penalizzazione volontaria, ma una conseguenza matematica: lo stesso capitale va diviso su più anni di erogazione.


Pianificare oggi per decidere domani 

Il nuovo scenario previdenziale richiede decisioni consapevoli. Occorre:

  • conoscere il proprio montante contributivo;

  • valutare quanto integrare e con quali strumenti;

  • simulare scenari alternativi;

  • capire se serve attivare una previdenza complementare.

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Anche piccoli aggiustamenti fatti per tempo possono produrre effetti rilevanti sull’ammontare finale della pensione.

Gli strumenti per agire

 🔸 Versamenti modulari facoltativi È possibile aumentare volontariamente l’aliquota di contribuzione oltre il minimo obbligatorio, entro i limiti consentiti dal Regolamento. Questa facoltà consente di incrementare il montante contributivo in modo mirato, e può fare una differenza significativa se attivata con anticipo e continuità.

🔸 Previdenza complementare Affiancare un fondo pensione può creare un secondo pilastro. Non è più una scelta di nicchia: è spesso indispensabile.

🔸 Riscatti e ricongiunzioni Valutare se conviene valorizzare anni di studio, periodi non coperti da contribuzione o spezzoni di carriera. Operazioni tecniche, da analizzare con rigore.

[Regolamento previdenziale Cassa Forense 2025 → https://www.cassaforense.it]


Questo è solo l’inizio 

La riforma ha cambiato le regole. Ma le regole, da sole, non bastano.

Serve conoscenza, metodo, e soprattutto consapevolezza.

Imparare a leggere il proprio estratto conto, interpretare i coefficienti di trasformazione, usare in modo strategico ogni leva disponibile: tutto questo fa la differenza.

📌 Se pensavi che bastasse continuare a fare come prima… è il momento di guardare le cose con occhi diversi.

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